La Dieta Mediterranea
Chissà quante volte avrete sentito conoscenti pronunciare frasi simili a questa: da lunedì inizio la dieta!
E se per una volta dimenticaste tutti i significati negativi che associate a questo termine, distoglieste l’attenzione dalla bilancia e pensaste principalmente alla vostra salute?
In questo caso da lunedì potreste provare a seguire uno dei regimi più studiati a livello mondiale, ovvero la Dieta Mediterranea!
La sua origine
Il termine “Dieta Mediterranea” risale ai primi anni ‘50, quando un medico americano notò che l’incidenza di malattie cardiovascolari in Grecia era inferiore a quella degli Stati Uniti. Ipotizzò che tale differenza dipendesse dalle diverse abitudini alimentari osservate nei due paesi, e per questo motivo decise di trasferirsi in Italia, da dove iniziò a verificare la sua tesi con uno studio in cui mise a confronto lo stile di vita di un campione di popolazione di sette paesi.
La sua intuizione fu confermata, e da allora numerosi studi si sono concentrati sugli effetti della dieta mediterranea sulla salute dell’uomo, ed è grazie a questi che oggi possiamo dire che chi mangia mediterraneo ha una minor probabilità di ammalarsi di: ipertensione, diabete, obesità, ipercolesterolemia, malattie cardiovascolari, tumori e negli ultimi anni si stanno indagando i suoi effetti protettivi anche nei confronti di Alzheimer e Parkinson.
Perché non è corretto definirla “dieta”
Fra tutti i regimi alimentari del mondo, quello mediterraneo ha dimostrato di essere uno dei più sani, ma i suoi effetti non dipendono da singoli alimenti (non è un determinato cibo ad essere “buono” o “cattivo”), ma l’insieme delle abitudini alimentari, la combinazione dei cibi, la varietà della dieta e lo stile di vita.
Si tratta di un vero e proprio “stile di vita”, che affonda le sue radici nel bacino del Mediterraneo.
Il primo modello alimentare ad essere riconosciuto dall’UNESCO quale Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità, per il suo valore storico-culturale e per i suoi effetti sulla salute dell’uomo.
Un regime che fa bene all’uomo e al pianeta
Ormai è risaputo che ciò di cui ci nutriamo determina un impatto notevole sull’ambiente e tale impatto è dovuto al fatto che per la produzione del cibo si richiedono materie prime (vegetali, terreni, acqua) ed energia; e si emettono inquinanti (sostanze chimiche, deiezioni, gas); per tale questo motivo oggi si sta diffondendo una nuova cultura, ovvero la valorizzazione di diete che siano anche “sostenibili”.
Le diete sostenibili «sono diete a basso impatto ambientale che contribuiscono alla sicurezza alimentare e nutrizionale e ad una vita sana per le generazioni presenti e future. Concorrono alla protezione e al rispetto della biodiversità e degli ecosistemi, sono culturalmente accettabili, economicamente eque e accessibili, adeguate, sicure e sane sotto il profilo nutrizionale e ottimizzano le risorse naturali e umane».
Alla Dieta Mediterranea è stato riconosciuto anche questo merito e promuoverla permetterebbe quindi di soddisfare due obiettivi, tutelare la salute dell’UOMO e quella dell’AMBIENTE in cui viviamo, e con il quale siamo in stretta correlazione.
Per tali motivi molti paesi stanno cercando di attivarsi e di promuovere questo regime.
Alcune delle sue peculiarità
In sintesi si contraddistingue per:
– un elevato consumo di verdura, legumi, frutta e frutta secca, olio d’oliva e cereali (di cui un 50% integrali);
– un moderato consumo di pesce e prodotti caseari;
– un basso consumo di carne rossa, carne bianca e dolci;
– si basa in generale sulla moderazione nei consumi, sulla condivisione dei pasti e sulla socializzazione;
– sulla stagionalità dei prodotti, sulle tradizioni e conoscenze tramandate a livello familiare;
– sulle feste locali che valorizzano i piatti tipici del territorio e la biodiversità dei territori.
Tradizione e innovazione
L’UNESCO, riconoscendo la Dieta Mediterranea come Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità, ha riconosciuto sette comunità emblematiche dove “la Dieta Mediterranea è ancora viva, trasmessa, protetta e celebrata e riconosciuta come parte del patrimonio culturale immateriale condiviso”.
Le sette comunità mediterranee si sono impegnate per il futuro a salvaguardare e valorizzare l’elemento che le caratterizza e le accomuna in un’unica collettività:
per l’Italia Pollica e Cilento (luoghi dove per molti anni ha vissuto Ancel Benjamin Keys, il medico che ha scoperto il regime mediterraneo), Koroni in Grecia, Soria in Spagna, Chefchaouen in Marocco, il villaggio di Agros a Cipro, Tavira in Portogallo e le isole di Brač e Hvar in Croazia.
Chissà che qualcuno tra di voi, già da domani cominci a promuovere questo stile di vita, valorizzando quindi la nostra tradizione ma con un approccio innovativo e accattivante, soprattutto sulle nuove generazioni.
Dr. Elena Piovanelli, dietista